La tragicommedia umana lungo il Mississippi: «Una coltre di verde» di Welty a Casa d'altri
di Erminio Fischetti
Il giardino di Mrs Larkin era un pezzo di terra vasto e fitto di vegetazione sul fianco della collina dietro la piccola casa bianca dove adesso, dalla morte del marito, lei viveva sola. Il sole e la pioggia che quell’estate picchiavano così forte non le avevano impedito di lavorarvi quotidianamente. Ora la luce intensa coglieva, come un paio di pinzette, la sua goffa figurina nella vecchia tuta da uomo con le maniche e i calzoni rimboccati, la separava dal folto del fogliame e la faceva sembrare strana e gialla mentre lavorava con la zappa: troppo energica, sbadata e indecorosa.
Una coltre di verde, Eudora Welty
Eudora Welty è stata insignita da Ronald Reagan della medaglia presidenziale della libertà e ha vinto il Premio Pulitzer per la narrativa 1973 con La figlia dell’ottimista, racconto dell’avvincente e travolgente viaggio di scoperta fisico e spirituale di due donne, la più giovane delle quali ha sposato il padre della più anziana, a partire dal momento in cui si ritrovano assieme a dover accudire il vegliardo.
Non solo: scrittrice – per molti versi accostabile, con le dovute distinzioni, a Harper Lee – e fotografa di chiara fama, è nata nel 1909 in una casa che è oggi museo di interesse nazionale, a Jackson, la capitale dello stato del Mississippi, che ogni anno il 2 maggio festeggia l’Eudora Welty Day. Siamo dunque nel profondo sud degli Stati Uniti, nella cosiddetta Bible belt, una cintura di stati tradizionalmente piuttosto conservatori sotto ogni aspetto.
Sempre a Jackson Eudora Welty è morta nel 2001, a 92 anni compiuti, non prima di aver firmato Una coltre di verde, raccolta di racconti che i partecipanti al gruppo di lettura Casa d’altri hanno commentato. Con loro Rossella Milone, autrice di Prendetevi cura delle bambine, Il silenzio del lottatore e Cattiva.
Una coltre di verde è un esempio perfetto della potenza e della solidità letteraria che si riesce a raggiungere attraverso la dimensione della short story se si sa padroneggiarla. Lessico accurato, prosa chirurgica ma anche morbida, come le anse del grande fiume Mississippi, placido di norma, talvolta tempestoso, come l’animo umano, attenzione al dettaglio, sintesi icastica e al tempo stesso ampiezza di respiro e d’orizzonti: queste sono le caratteristiche dell’antologia.
Nei diciassette racconti che compongono la raccolta Eudora Welty mostra una cura e una capacità d’ascolto sopraffina: i ritratti che propone al lettore, particolari eppure proprio per questo capaci di essere universali, di determinare subito emozione, condivisione, partecipazione, immedesimazione ed empatia, sono vivide e vivaci storie, istantanee nitidissime, di miserabili, folli, dolenti, fragilissimi personaggi della tragicommedia umana, che incarnano le nostre debolezze e le nostre più inconfessabili paure. Welty riesce ad anticipare lo stile di altri autori del tardo Novecento come il premio Nobel Alice Munro, il suo taglio, la sua capacità di porre sul piano narrativo molteplici variazioni sullo stesso tema mantenendo intatta la coerenza.
Essenziale è anche il linguaggio scelto nelle traduzioni dei testi fatte da Vincenzo Mantovani e in particolare da Isabella Zani, che firma anche la prima versione italiana de La figlia dell’ottimista, e che si distingue per la capacità di rendere la complessità di un lessico lontano, di un realismo e di una civiltà distante come quella del Mississippi.
I personaggi di Eudora Welty sono grotteschi − e questo ha colpito in maniera particolare i partecipanti al gruppo di lettura, che sono rimasti soprattutto avvinti dai racconti più originali, come Clytie, Fiori per Marjorie, Una coltre di verde, L’uomo di pietra − sopra le righe, invadenti, perfettamente cesellati nell’idea che si ha di un Sud atavico e in questo sfiorano in certe situazioni anche quel realismo magico che è caro a molte culture meridionali, come la stessa Italia (pensiamo ad Anna Maria Ortese) o al Sudamerica. Ma è soprattutto l’accostamento ad altre autrici del meridione americano che emerge: Flannery O’Connor, Katherine Anne Porter, Carson McCullers, ma, più in generale, legandosi alla dimensione della short story, Grace Paley.
Erminio Fischetti è laureato in Arti e scienze dello spettacolo, in Editoria e scrittura e in Filologia moderna. Giornalista professionista, lavora come addetto stampa nel settore delle infrastrutture.
Casa d’altri è il gruppo di lettura di minimum fax dedicato ai libri pubblicati dalle altre case editrici. Il prossimo appuntamento (a data da destinarsi) è con Giorgia Sallusti della libreria Bookish e «La ragazza del convenience store» di Murata Sayaka (Edizioni E/O). Qui trovi il diario degli incontri.