QUESTA STORIA È UN’OFFICINA
Laboratorio sragionato per casi d’emergenza
Il nostro laboratorio di scrittura abbiamo deciso di chiamarlo Questa storia è un’officina.
Abbiamo chiesto a Graziano Gala, responsabile del laboratorio e docente del percorso di lezioni serali, di raccontarci un po’ gli intenti con cui ha costruito il programma e scelto le letture della bibliografia (che trovate in fondo).
di Graziano Gala
Le storie non piovono dal cielo e neppure saldamente camminano sulle gambe degli individui. È tuttu nnu mmescamentu, un miscuglio, una follia, giacché nessuno ha inventato la formula magica utile a partorire romanzi e racconti e, se mai lo avesse fatto, sarebbe stato incarcerato per direttissima, messo alla galera per aver svelato qualcosa che deve per sua natura rimanere mistero. Se una ricetta non c’è, graziaddio, non vuol dire però che non si debba stare attenti ai fornelli e al fuoco e alla temperatura dell’acqua: spegni amico mio, si brucia tutto! E bruci pure tu!
Opportuno è – quando ci si siede alla sedia e si decide di compiere quell’operazione scellerata e benedetta che è non lo scrivere, ma il tentare di scrivere qualcosa, fatto ben diverso – cercare di equipaggiarsi al meglio possibile, coprirsi le zone esposte, scoprire quelle che si è pronti a sacrificare.
E munirsi di lingua, anzitutto, il primo rumore che si tiene in tasca: come suona, come gira, quanto vuole raccontarmi di te e del personaggio che ti inghiotte la voce e la fa sua. La lingua da custodire, da preservare, senza sporcarla con tutte le altre voci, quelle degli altri personaggi, i secondari, che vedremo poi così marginali non essere (guai, a dirlo, potrebbero scomparire!).
La farina poi, e non quella del sacco proprio, ma quella che gli altri ci hanno lasciato sul tavolo, giacché si impasta con gli scarti di madre e di padre, con le storie che ci si porta appresso, con tutte quelle situazioni che ci si illude possano restare in cantina ma che sgusciano sottili dalla soglia della porta quando meno ci immaginiamo, quando meno pensiamo che si possa, quando siamo convinti di non essere vulnerabili. Le ferite quindi o le gioie e le piccole imprese, tutto purché ci riguardi: è da noi che partono i romanzi, dalle storie che sentiamo nostre, che pensiamo di dover raccontare per salvarle da quella memoria tremenda che balla e si scorda. Attenzione però: in tempo, ché a mezzanotte parte la carrozza e il rischio di restare a piedi e di uscire da tutto potrebbe rivelarsi delittuoso – bisogna restarci nelle storie, al costo di mettere al polso sette orologi diversi. Le storie poi, queste benedette, mica accadono nel vuoto – oddio, qualcuna, ad essere sinceri, sì: ci sono dei posti, e i posti le persone le plasmano, le cancellano e le trasformano facendole diventare così diverse, avvelenandole o inzuccherandole il giusto per cambiare il corso di intere narrazioni. Una cantina partorirà mostri o storie di grande riscatto, ma se in quella cantina non vogliamo scendere, se quella cantina non vogliamo guardarla forse è il caso che si eviti di raccontarla, la storia che chiude in sé. E se da questa cantina spuntasse un animaletto, candido o crudele a stampellarci nella storia? Chi direbbe di no ad un animaletto? Chi sarebbe così folle? Eccoci allora, con gli animali che possono veicolare significati enormi e dirci come e dove e perché più di cento dialoghi e mille righi.
Animali, personaggi minori e maggiori, luoghi e tempi: ma come, mi direte? Scrivendo, accidenti! Avete mai visto un ciabattino che insegna a far le scarpe senza tenere la tomaia e il laccio e la suola, senza dire facciamo questo e proviamo quello? Bello riempire le orecchie, ancor di più usare le mani confrontandosi e spiegandosi e cercando di veicolare le storie che ci corrono nella testa. In che modo? Siamo in ballo santiddio, balliamo: terapie di coppia, autoanalisi – nomi strani e modi particolari per cercare una cosa semplice e così tremenda – scacciare le storie da noi, dare loro una casa, diventare contenitori per altre imparando a trasportare fuori ciò che ci portiamo in petto.
Ragionando, ascoltando testimonianze di chi ha tentato prima di noi, leggendo parole importanti di chi ci è riuscito. Questa storia è un’officina: cercasi operai.
Elenco in progressione di letture che useremo (un assaggio):
- Argentina, L’umano sistema fognario
- Argentina, Taranto mon amour
- Argentina, Viaggiatori a sangue caldo
- Arpino, La suora giovane
- Arpino, Sei stato felice, Giovanni
- Ballard, Il condominio
- Barletti, Libro dei dispersi e dei ritornati
- Benni, La grammatica di Dio
- Bianciardi, Aprire il fuoco
- Bianciardi, La vita agra
- Bonazzi, Titanio
- Brizzi, Jack Frusciante è uscito dal gruppo
- Bulgakov, Cuore di cane
- Buzzati, Il deserto dei Tartari
- Buzzati, Il deserto dei Tartari
- Buzzati, Il mantello
- Buzzati, Sette piani
- Buzzati, Una goccia
- Calvino, Il barone rampante
- Carrère, La settimana bianca
- Cassola, L’uomo e il cane
- Celestini, La pecora nera
- Céline, Viaggio al termine della notte
- Chiapparino, La meravigliosa lampada di Paolo Lunare
- Consolo, Nottetempo
- Cortazar, Casa occupata
- D’Amicis, Il ferroviere e il golden gol
- D’Amicis, Quando eravamo prede
- Dezio, Nicola Rubino è entrato in fabbrica
- Di Monopoli, La legge di Fonsi
- Donaera, Io sono la bestia
- Enard, L’alcol e la nostalgia
- Fante, Chiedi alla polvere
- Galletta, Le isole di Norman
- Giovagnoli, Cos’hai nel sangue
- Giovagnoli, Teratophobia
- Grigolo, La raggia
- Guerrieri, Sono fame
- Guevara, Mio padre e altri imprevisti
- Mabanckou, Memorie di un porcospino
- Mattei, Il giorno in cui diedi fuoco alla mia casa
- Merico, Io non sono esterno
- Mirabelli, Configurazione Tundra
- Morandini, Neve, cane, piede
- Parrella, Quello che non ricordo più
- Perec, Un uomo che dorme
- Rabito, Terra matta
- Racconti comparsi negli anni su riviste e litblog italiani
- Rapino, Cronache dalle terre di Scarciafratta
- Rapino, Cronache dalle terre di Scarciafratta
- Rapino, Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio
- Rapino, Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio
- Rigiani, Il Tullio e l’eolao più stranissimo di tutto il Canton Ticino
- Salinger, Un giorno ideale per i pescibanana
- Sanguineti, Postkarten, Poesia n° 50
- Saramago, Cecità
- Stassi, Uccido chi voglio
- Teller, Niente
- Tesson, Le foreste siberiane
- Toffanello-Pistacchio, L’estate del cane bambino
- Verga, Malavoglia
- Wallace, La ragazza dai capelli strani
Graziano Gala è nato a Tricase, in provincia di Lecce. Vive e lavora come professore precario in provincia di Milano. È autore di racconti pubblicati su riviste e litblog. Sangue di Giuda (minimum fax 2021) è il suo primo romanzo.