Impara l'arte: tre domande a Maura Romeo
sulla formazione editoriale
Per la rubrica impara l’arte – che vuole raccontare, in breve, i percorsi di formazione che hanno portato i nostri docenti a diventare dei professionisti nel loro mestiere – oggi raccogliamo le risposte di Maura Romeo, direttrice commerciale di minimum fax. Con lei parleremo di come avere a che fare con i numeri sia un lavoro tutt’altro che arido e di quanto il mondo dei libri riservi sempre sorprese .
Maura Romeo cura i due moduli di commerciale dedicati rispettivamente alla filiera distributiva e al conto economico.
Da chi hai imparato di più nel tuo percorso professionale?
Sono antropologa, laureata in lettere, non ho mai studiato economia prima di lavorare come direttrice commerciale. La persona che mi ha ispirato e che mi ha trasmesso il coraggio di fare un lavoro che non immaginavo di poter fare è l’uomo che poi ho sposato, Marco Ghezzi. E poi ho imparato tantissimo sul campo; una casa editrice è un essere vivente, che pensa, respira, sente, interagisce, ringrazio quindi le mie colleghe e i miei colleghi da cui continuo ogni giorno a imparare qualcosa di nuovo.
Qual è la cosa più importante che insegnerai nei tuoi corsi?
È importante non avere paura dei numeri, perché i numeri ci raccontano storie straordinarie. Per lavorare come commerciale di una casa editrice non è necessario avere una preparazione specifica, o aver fatto studi di economia: il commerciale di una casa editrice deve avere un tipo di sensibilità più umanistica che scientifica, oltre a una buona capacità di relazione con l’esterno e un intuito di base per quello che possiamo definire “marketing”. Ma in primo luogo si deve abbandonare il pregiudizio per cui i numeri sono ostili e che l’analisi dei dati è complessa. Non è così, al contrario è molto affascinante.
E tu che cosa hai imparato dai corsisti?
Quello che mi sorprende è che nel corso degli anni il numero di studenti interessati all’ambito commerciale sta aumentando, ed è una cosa che mi fa piacere. Questo significa anche che si sta facendo un po’ più di letteratura intorno a questo lavoro. La cosa che più mi piace è vedere lo stupore di corsisti e corsiste nello scoprire cose che non immaginavano o che disconoscevamo completamente nel processo di costruzione di un libro e dell’intera filiera, e anche nel realizzare quanto sia insospettabilmente sfaccettato e creativo il lavoro del commerciale.