Nichelini: tre consigli da Cristiana Mennella

Nichelini: tre consigli sulla traduzione da Cristiana Mennella

Cristiana Mennella, traduttrice di autori come Paul Auster, William T. Vollmann e George Saunders, è l’ospite del terzo appuntamento della rubrica i Nichelini – brevi suggerimenti, consigli, dritte per chi scrive e per chi si avvicina al mondo editoriale da parte dei nostri docenti e di scrittori e professionisti.
I suoi sono consigli per chi vuole affacciarsi al lavoro di traduzione dei testi letterari. Su questi temi, e sulla loro messa in pratica, terrà il corso La traduzione letteraria dall’inglese.

1) Fare
Mettiamola così: se lo scrittore ha qualcosa da dire, il traduttore ha qualcosa da fare. Non me lo scordo mai e voglio usarlo qui come suggerimento. In sostanza io non scrivo un romanzo, ma faccio la traduzione di un romanzo; non scrivo un racconto ma faccio la traduzione di un racconto. Chissà, magari farò anche la traduzione di una poesia. Quindi, meglio non “romanzare” troppo sul proprio mestiere di traduttori, ma fare. Letteralmente. Misurarsi con la pagina, se possibile, con costanza. Tradurre un testo letterario non è esigenza pura né pura ispirazione. Il mio consiglio è di intenderlo come un lavoro. Il traduttore è un facitore, che trae il massimo beneficio dall’esperienza che accumula.

2) Allenarsi
Ascoltare con gli occhi e vedere con le orecchie: se non sbaglio l’ho sentito dire a Bernardo Bertolucci e mi sembra una descrizione felicissima anche per la traduzione. Secondo me è fondamentale allenare la sensibilità linguistica, affinare la capacità di ascoltare il testo e capirlo a vari livelli di profondità. Leggere ad alta voce i brani che non suonano immediatamente comprensibili apre sulla logica combinatoria delle frasi insospettabili porte della percezione. Frequentare altrettanto assiduamente la letteratura italiana e ascoltarla con altrettanta attenzione, per costruirsi un’ampia “casistica”, un repertorio di voci, un archivio prezioso che orienterà le nostre scelte.

3) Rischiare
Appunto, le scelte. La versione di un testo dalla lingua di partenza è il risultato di una miriade di decisioni che hanno vari gradi di difficoltà. Fare, allenarsi e accumulare esperienza consente – si spera – di prendere decisioni con sempre meno patemi. Il mio consiglio è di imparare un po’ alla volta a sfidare i propri limiti, a convivere con la paura di non essere all’altezza e sfruttarla per studiare nuove e personali strategie, solo così può avvenire, secondo me, il salto di qualità che porta a crescere in questo mestiere.

[La foto è di Jeremy Lapak.]

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