In & Out: il bello e il brutto nel lavoro di un correttore di bozze
Il pensiero va con tenerezza alla versione 1.0 di me che, alzando il pugno al cielo, decise con convinzione: «Trasformerò in mestiere la mia grande passione per la lettura!»
Questo ha detto Valeria Veneruso, redattrice minimum fax, quando le abbiamo chiesto di raccontare il bello e il brutto del suo lavoro di correttrice di bozze. Già, perché individuare tutti gli errori presenti in un testo dà molta soddisfazione, ma richiede tanta, tantissima
preparazione
energia
pazienza
attenzione
calma
concentrazione
…
E la lista potrebbe proseguire per un bel po’.
Nella sua quotidiana battaglia a refusi e imprecisioni, Valeria ha notato che, quando è alle prese con una bozza, ciò che può aiutarla può creare problemi, e quel che le fa perdere tempo può anche consentirle di non perdere la testa. Insomma, un nemico di oggi può rivelarsi l’alleato di domani, e viceversa:
Internet: l’invenzione che più di ogni altra ha facilitato e complicato la vita dei redattori. Si può farne a meno? Forse no, ma se ne può e se ne deve dubitare.
Confronto: fra testi diversi, all’interno dello stesso testo, con i colleghi, con gli autori. Non si è mai soli, neanche quando lo si vorrebbe.
Norma: canone, precetto che indica il metodo da seguire secondo un ordine costante; ma exceptio probat regulam in casibus non exceptis, il che può portare con molta facilità all’uroboro redazionale, un disturbo simile alla schizofrenia che colpisce questa specifica categoria professionale.
Valeria Veneruso è tra i docenti dei nostri corsi di redazione (correzione di bozze). Attraverso la foto potete curiosare sulla sua scrivania.
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