Professionisti sotto i riflettori:
i correttori di bozze nei libri
Quello del correttore di bozze è un lavoro difficile e a volte ingrato: se lavora male (spesso per cause di forza maggiore, come la mancanza di tempo), viene additato come insipiente, se invece lavora bene, il suo contributo diventa invisibile e spesso viene dimenticato.
Per fortuna, alcuni scrittori – che probabilmente conoscevano da vicino questo lavoro – hanno pensato di celebrare i correttori di bozze mettendoli al centro dei loro romanzi o racconti, trascinandoli al centro della storia e quindi dei riflettori.
Ecco una piccola bibliografia.
La vita agra di Luciano Bianciardi, Feltrinelli
Il protagonista, ricalcato sulla figura dell’autore, lascia la provincia per la città, dove trova lavoro nella redazione di un giornale. Vorrebbe far saltare in aria un palazzo per vendicare una strage di minatori al lavoro, ma di fondo è perennemente in bilico tra la voglia di far esplodere il sistema e desiderio di esserne riconosciuto.
Ed era vero, poi, quel che dicevano certi, che cioè io stavo perdendo la testa per una donna? Con la battaglia per il passaggio dal neorealismo al realismo potevamo permetterci di disperdere tutte quelle energie? Dovevamo invece consacrarci tutti a questa lotta difficile, contro la censura, l’autocensura, il governo clericale, l’involuzione del resto della critica, le tresche vaticanesche e il ministero degli interni.
In queste cose uno o ci crede o non ci crede. Se ci crede deve consacrarsi con tutte le sue energie, e lasciar perdere il resto; se poi non ci crede, lo dica subito e se ne vada. Cose che non ci sarebbe nemmeno stato bisogno di raccomandare, e che gli facevano perdere tempo, ritardare l’impaginazione e la correzione delle bozze.
Tragico (da Racconti) di Herman Hesse, Mondadori
Un giovane redattore ha a che fare con il suo anziano predecessore, Johannes, che gli fa visita per lagnarsi di quando la lingua sia maltrattata dalla superficialità e le imprecisioni dei giornalisti che quotidianamente la usano. Un confronto ironico tra generazioni e sensibilità diverse.
[Tutti i riferimenti vengono da questo articolo su Treccani]
Le mille luci di New York di Jay McInerney, Bompiani
Dopo il divorzio, il giovane protagonista finisce in un vortice di droga e dipendenza, perdendo il suo prestigioso lavoro di revisore nel “Reparto Verifica Fatti” di una rivista. Intraprenderà un percorso di rielaborazione del suo passato doloroso, nella speranza di un nuovo inizio.
Non hai seguito la procedura. Hai usato la penna rossa dove avresti dovuto usare la matita, la matita rossa dove avresti dovuto usare quella blu. Ci sono numeri di telefono scarabocchiati ai margini, macchie di caffè sulle colonne. Hai fatto tutte le cose che il “Manuale di Verifica dei Fatti” dice di non fare.
Il correttore di George Steiner, Garzanti
La quotidianità di un correttore di bozze, rinomato per la sua esattezza, con alle spalle un passato da reduce della Resistenza, e una grande fede verso il marxismo, l’ideologia che voleva correggere gli errori della storia. Una fede apparentemente incrollabile, ma che forse vacilla nel confronto con la realtà.
Il segno inciso con la sua matita o la sua biro nell’angolo destro in fondo alla pagina significava: nihil obstat, questo testo è pronto, senza errori, santificato dalla precisione. Che sia stampato, pubblicato, affrancato e inviato al lettore o al contribuente, al cliente o al venditore, alle parti o agli avvocati. Il testo è lì per mettere ordine nel mondo come soltanto gli scritti stampati possono farlo. Codice, pandette, registro, fascicolo o tomo. Ormai parafato. Con la sua parafa, a volte prima che l’inchiostro sul foglio sia completamente asciutto. Leggendaria come ogni perfezione.
Variazioni in rosso di Rodolfo Walsh, SUR
Protagonista di tre racconti, Daniel Hernández è un correttore di bozze che si improvvisa detective, riuscendo a risolvere i casi proprio grazie alla meticolosità e alla precisione che caratterizzano il suo lavoro.
Quando Rodriguez gli consegnò la pagina corretta, Daniel Mormorò:
“Sei minuti. Novantotto righe. Morel ha corretto ventidue prove di stampa.
Eccellente. Lei ha appena risolto il caso.”
Storia dell’assedio di Lisbona di José Saramago, Feltrinelli
Raimundo Silva sta lavorando alla revisione di un saggio che racconta un episodio storico del XII secolo quando, preso da un impulso improvviso, decide di inserire un “non” in una frase cruciale che ha l’effetto di alterare il significato del testo, e di cambiare prepotentemente il senso della storia.
I revisori, se potessero, se non fossero legati mani e piedi da un insieme di proibizioni più autorevoli del codice penale, saprebbero cambiare il mondo, instaurare il regno della felicità universale, dando da bere a chi ha sete, da mangiare a chi ha fame, pace a coloro che vivono in agitazione, gioia ai tristi, compagnia ai solitari, speranza a chi l’avesse perduta, per non parlare della facile liquidazione delle miserie e dei delitti, perché loro farebbero tutto con il semplice cambiamento delle parole, e se qualcuno ha dubbi su queste nuove capacità demiurgiche non deve fare altro che rammentarsi che proprio così sono fatti il mondo e l’uomo, con parole, certe parole e non altre, perché fosse così e non altrimenti. Sia fatto, disse Iddio, e immediatamente apparve fatto.
Credits
Molti dei suggerimenti di lettura vengono dal redattore e dalle redattrici di minimum fax, docenti del nostro corso dedicato alla correzione di bozze.
Ringraziamo il blog correttricedibozze, da cui abbiamo ripreso le citazioni di McInerney e Walsh.
L’immagine di copertina è tratta dal film La vita agra di Carlo Lizzani con Ugo Tognazzi