Un agente segreto al laboratorio di traduzione: scopriamo cosa accadrà nei prossimi mesi
È per questo che sono qui, per essere un personaggio al centro della scena, inerte e colpevole.
Tutto quello che devo fare per guadagnarmi l’ingresso in questo mondo è affermare di essere uno scrittore. E non c’è nessun altro da convincere se non me stesso.
Denis Johnson, Agente segreto, in In punta di penna. Riflessioni sull’arte della narrativa.

Nel laboratorio di traduzione di qualche anno fa, gli allievi, guidati da Luca Briasco, hanno tradotto insieme il saggio sulla scrittura di Denis Johnson pubblicato poi da minimum fax, per la collana Filigrana, nella raccolta In punta di penna vol. 2, a cura di Will Blythe.
Quel saggio è stato tradotto prima individualmente, e poi rivisto collettivamente in aula, confrontando le varie soluzioni proposte da ciascuno, limando e lavorando insieme per trovare la forma migliore.
Il laboratorio è strutturato in tre moduli: il primo, dedicato agli strumenti del mestiere, ai diritti di traduzione e a come presentare una proposta di traduzione a una casa editrice; il secondo, alla pratica della traduzione letteraria dall’inglese; il terzo dedicato alla revisione. E nella pausa che lasciamo fra i primi due e l’ultimo, viene assegnata la traduzione più corposa, fra le tante che facciamo, su cui poi si lavora insieme nella parte finale del corso.
Questo è il processo che avviene a ogni edizione del laboratorio, su diversi testi: fare tanta pratica, confrontarsi sulle varie soluzioni, perché non ce n’è mai una che vale sempre e non c’è una regola assoluta ma solo un lavoro fondato sul confronto, sul dubbio, sugli aggiustamenti progressivi. Tradurre è un processo solitario ma farlo insieme, almeno quando si sta imparando, permette di fare proprie le esperienze e le sensibilità degli altri, non solo dei docenti, ma anche dei compagni di corso.
Ed è un processo che permette di arricchire anche chi ha già esperienze di traduzione alle spalle, compresi i nostri docenti. Ecco cosa ci ha risposto Luca Briasco – che alle spalle ha circa 70 traduzioni, da autori come Stephen King, Joe R. Lansdale, Richard Powers – quando gli abbiamo chiesto cosa impara nei corsi di traduzione:
Non esiste una traduzione uguale all’altra e non esiste una sola traduzione giusta, ma ce ne sono diverse per sfumature, toni e scelte. Quindi durante i corsi di traduzione imparo nuove soluzioni, perché tutti quelli che traducono hanno soluzioni intelligenti e brillanti che magari a me non sono venute in mente. È dal confronto con ognuna delle soluzioni proposte che mi arricchisco ogni volta: non si smette mai di imparare, il processo di traduzione – come quello da editor – è un apprendimento costante, solo chi riesce a mantenersi sempre aperto a questo apprendimento può migliorare.
(l’intervista completa sta qui)
Fra i testi che traduciamo durante il laboratorio, oltre ai brani di grandi autori come Francis Scott Fitzgerald, Paul Auster, George Saunders, a volte troviamo un testo, adatto al lavoro in aula, ancora inedito in lingua italiana che verrà pubblicato poi da minimum fax proprio nella versione finale nata dal lavoro collettivo e dalla revisione dei docenti.
Anche per l’edizione di giugno-settembre 2023 ci sarà un testo inedito che farà parte delle pubblicazioni del prossimo anno di minimum fax: di più non possiamo dire, al momento, ma non vediamo l’ora di vedere nuovamente all’interno di un volume una traduzione prodotta durante i nostri corsi!
La prossima edizione del laboratorio di traduzione si terrà fra giugno e settembre 2023: qui c’è il programma completo.