In & Out: il bello e il brutto nel lavoro di un traduttore
Tradurre letteratura straniera è un lavoro talmente complesso da sembrare a volte una missione: per dare voce a un autore ci vogliono anni di pratica e studio, ma ci vuole altrettanto impegno per costruirsi un’identità e una credibilità professionale nell’intricato mondo dell’editoria.
Abbiamo chiesto ad alcuni traduttori di parlarvi delle gioie e dei dolori di questo mestiere per farvi un’idea più precisa. Ecco che cosa ci dice Stefano Friani di Racconti Edizioni, che sarà fra i docenti del nostro laboratorio di traduzione letteraria.
Comprensione
Bufalino diceva che «il traduttore è l’unico vero lettore di un testo. Non i critici, che non hanno voglia né tempo di cimentarsi in un corpo a corpo altrettanto carnale, ma nemmeno l’autore ne sa, su ciò che ha scritto, più di quanto un traduttore innamorato indovini». Se tutto sommato possiamo estendere questa capacità di entrare a fondo nel testo di uno scrittore anche all’editor e a chi ha l’ingrato compito di revisionare una traduzione, solo il traduttore è l’innamorato. Quel famoso corpo a corpo può facilmente impantanarsi in una lotta nel fango più vischioso, ma che gusto ci sarebbe altrimenti?
BIRGing
Basking in reflecting glory, ossia crogiolarsi nella gloria riflessa di dare la voce a qualcuno che ne ha una più bella. Sentirsi, insomma, come Pino Insegno che fa Viggo Mortensen.
Il grindcore
Decisamente il miglior genere musicale a disposizione se siete in cerca di una himalaiana concentrazione tantrica e non volete farvi prendere troppo la mano da una storia strappastoria oppure da un giro di basso eccessivamente insinuante. Peraltro ce lo dicono fonti affidabilissime.
La revisione
Il compito più estenuante che si richieda a un editor di straniera è la revisione rigo per rigo, ma d’altro canto se si è traduttori spesso si è contenti di aver consegnato il lavoro e si attendono serenamente le correzioni e gli appunti per mettere l’ombrellino sul drink.
Stanzialità
Un punto controverso, ma l’idea di lavorare davanti a un computer, da casa o in ufficio, in una routine fissa in cui ogni giorno o quasi si producono tot pagine può esser croce e delizia. Nel mio caso più croce, specie se come sempre si rincorrono le lancette dell’orologio e si fanno altre settordicimila cose. Il consiglio, ah no vi hanno riempito di consigli su come essere produttivi durante la pandemia, vi risparmio i miei che non sono granché efficaci.
Distrazione
Capita abbastanza in continuazione di infognarsi su un particolare tipo di pesca al marlin praticato nelle Samoa occidentali e poi di colpo è passata un’ora e sappiamo tutto della storia della diffusione del Northern Soul in Inghilterra e del Wigan Casino e abbiamo quel leggero languorino che prelude al pranzo. Vi diranno che la distrazione è proficua, fruttuosa. Niente di più falso.
Stefano Friani è tra i docenti del laboratorio di traduzione, in particolare del modulo dedicato al mestiere del traduttore. In foto c’è la sua scrivania, che pare sia stata riordinata apposta per l’occasione.
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